2012 - Autumn School Genova

 

 

 

Quest’Autumn school è stata realizzata con l’obiettivo di intraprendere una riflessione strutturata in tema di competenze professionali, considerate la bussola per orientare la progettazione dei corsi di studio in servizio sociale, così come previsto dal Processo di Bologna.
La scelta di coinvolgere, oltre ai soggetti rappresentativi della professione, i colleghi di diverse discipline si è posta in continuità con quanto avvenuto nelle School precedenti e in termini coerenti con la multireferenzialità della nostra disciplina e con la disposizione all’integrazione della nostra professione.
    L’evento - organizzato in collaborazione con i colleghi dell’Università di Genova, che ringraziamo per la disponibilità e l’accoglienza - si è svolto il prestigioso Palazzo Universitario di Via Balbi 2 e le aule universitarie del seicentesco Albergo dei Poveri e ha visto la presenza di trentacinque soci, con un apice di cento partecipanti nel pomeriggio inaugurale.
I lavori sono iniziati, come ormai di consuetudine, con un momento aperto per proseguire con i lavori di gruppo dei soci e concludersi con un confronto interno agli esponenti delle diverse organizzazioni rappresentano la professione.

Giovedì 25  ottobre
Conoscenze e competenze nella formazione universitaria dell’Assistente sociale

    Nel suo discorso di apertura, Annamaria Campanini ha ricordato che nelle università italiane il Processo di Bologna è stato applicato solo per la strutturazione di due cicli di studi e per i CFU - limitandosi all’obiettivo di semplificare il riconoscimento dei percorsi nelle nazioni d’Europa - mentre non si è proceduto all’armonizzazione dei piani di studio focalizzati sulle competenze, come avvenuto in altri paesi europei, né i corsi di studio hanno assunto la valenza professionalizzante prevista dal DM 270/2004, rimanendo ancorati a un impianto accademico ancora strutturato a canne d’organo. Nel ribadire la necessità di coerenza fra il profilo professionale e la formazione, ha sottolineato l’esigenza del rafforzamento della disciplina del Servizio sociale anche attraverso il superamento della risibile presenza di docenti incardinati. Per questo l’AIDOSS ha inteso intraprendere questo percorso di riflessione che sappia poi pervenire a una proposta da definire in una Consensus Conference.
    Nel suo intervento, Competenze, professionalità degli Assistenti sociali e cambiamenti del welfare: uno sguardo internazionale, Silvia Fargion (Università di Bolzano), oltre a richiamare l’attenzione sul fatto che le condizioni attuali si avvicinano a quelle che hanno caratterizzato la nascita di questa professione che ha avuto un ruolo significativo nei processi di sviluppo del welfare, ha analizzato le culture del servizio sociale.  La sua articolata relazione segnala – all’interno delle aree di expertise identificate (le politiche e le politiche sociali; le comunità e le reti, l’organizzazione del servizio e l’incontro/ intervento con le persone) - la tendenza a concentrarsi nell’individualizzazione dei problemi, mentre il livello micro non dovrebbe costituire il solo orizzonte. La dimensione politica della professione è, infatti, strettamente collegata al tema dell’autonomia, intesa anche come capacità di comprendere il contesto e di contrastare la strumentalizzazione da parte di disegni opposti al progetto culturale del servizio sociale, come quelli connessi alle tendenze neoliberistiche che portano allo stravolgimento di alcuni concetti (es. attivazione come supporto all’autorealizzazione o strumento per espellere le persone dal sistema assistenziale).
    Nella Tavola Rotonda inaugurale “La formazione alle competenze nel contesto universitario: vincoli e opportunità” sono intervenuti, oltre alla Prof.ssa Luisa Ribolzi del Direttivo ANVUR e alla Prof.ssa Carla Facchini della Conferenza dei Responsabili del CLaSs, i sociologi Maria Teresa Consoli, Paolo Trivellato, Willem Tousijn e la giurista Laura Scomparin, docenti nelle Università di Catania, Torino, Milano Bicocca.
Sono stati trattati:
aspetti connessi all’impatto del sistema AVA ( Accreditamento, Valutazione, Autovalutazione) sui nostri corsi di studi e alla necessità di un chiaro posizionamento degli organi ministeriali rispetto alla promozione della disciplina del Servizio sociale, anche attraverso un serio programma di incardinamento dei docenti e una valorizzazione delle riviste specifiche;
preoccupazioni relative alla sostenibilità - sia di una didattica professionalizzante, a fronte della mancanza di risorse a ciò dedicate, sia del gettito formativo da parte del mercato del lavoro – e al silenzio che caratterizza, nel dibattito accademico, il tema della formazione per competenze, così come il fatto che esso non goda di alcuna considerazione nel sistema di valutazione;
problemi di una didattica orientata alla produzione di competenze in contesti universitari standardizzati e strutturati in una dimensione verticale che si contrappone a quella relazionale;
prospettive del nuovo professionalismo versus quello tradizionale e opportunità di indagare differenti questioni, come le pratiche di resistenza al managerialismo e la coproduzione; importanza della dimensione etica più che di quella deontologica con una riflessione sui fini, da non separare dai mezzi. Evidenziazione di quattro caratteristiche delle competenze: no alla separazione fra mezzi e fini; recupero dimensione politica; produzione di conoscenze scientifiche con accountability; lavoro di équipe e multidisciplinarietà (interdisciplinare e transdisciplinare); competenze manageriali;
necessità di coltivare competenze che rendano il professionista capace di sapersi muovere nell’inondazione delle informazioni, senza trascurare quelle informatiche per non perdere memoria delle pratiche e delle organizzazioni.

 

Venerdì 26 ottobre 2012
Conoscenze e competenze: verso una definizione

I FASE - Presentazione della giornata e dei lavori di gruppo.

Anticipazioni sui prossimi eventi associativi e richiesta di candidature per la loro organizzazione.
La seconda giornata della School è stata dedicata al confronto interno e alle comunicazioni da parte della Segreteria in merito ai prossimi eventi, comunicazioni che troverete in questo Bollettino nella Sezione Eventi AIDOSS.

II Fase - Confronto
Emergono proposte relative all’opportunità di socializzare le informazioni sulle attività in corso e in particolare
-    creare collegamenti fra le ricerche in atto rispetto al tema delle competenze;
-    valorizzare anche le piccole ricerche, ad esempio quelle portate avanti con gli studenti per le tesi, anche attraverso un inventario di titoli per favorire il collegamento fra docenti di diverse sedi e la capitalizzazione dei materiali ottenuti (es., trascrizione di interviste)
-    creare collegamenti fra sedi universitarie per la ricerca: fino ad ora ci si è aggregati a senior di altre discipline, forse oggi abbiamo la forza – anche per l’inclusione dei professori a contratto nei gruppi di ricerca ai sensi della L. 240/2010 - per proporre progetti di ricerca in rete; oltre tutto nella giornata precedente è emersa una nuova prospettiva rispetto ai rapporti con docenti di altre discipline, una nuova opportunità di comprensione reciproca.
-    promuovere ricerche che aggiornino rispetto al tirocinio e ai Regolamenti di tirocinio dei diversi CLaSS (Corsi di Laurea in Servizio Sociale);
-    istituire una Sezione AIDOSS dedicata ai tutor/docenti di guida al tirocinio per capitalizzare le esperienze e socializzare strategie buone prassi, casistica;
-    sollecitare - soprattutto chi non vive nel contesto universitario - a promuovere l’attitudine a richiamarsi alle pubblicazioni, con un rigoroso lavoro di documentazione preliminare alla discussione. Questo anche per favorire la disseminazione di opere di autori di servizio sociale e la loro citazione.

III Fase - Lavori di gruppo
Organizzazione dei lavori di gruppo
Al fine di approfondire il dibattito e allargare la base di confronto in merito a quali siano le competenze necessarie agli assistenti sociali di domani, affinché possano rispondere adeguatamente alle sfide poste dai profondi mutamenti dei sistemi di Welfare e al mutare delle problematiche sociali, i lavori sono proseguiti in sottogruppi.  Lo scopo dei lavori di gruppo è stato quello di costruire una prima ricognizione sulle convergenze esistenti, su cui articolare il successivo sviluppo degli standard e parametri formativi.
Valorizzando la peculiarità dell’elaborazione teorica del servizio sociale italiano che ha assunto come riferimento unitario il concetto della tridimensionalità, i gruppi hanno articolato la riflessione sulle competenze secondo le seguenti focalizzazioni:
-    il lavoro con le persone, le famiglie i gruppi;
-    il lavoro intra ed interorganizzativo; la promozione politico sociale  e il lavoro di
    comunità;
-    la promozione della professione.
Ogni gruppo si è proposto il compito di declinare, per ognuna delle aree, i versanti delle conoscenze, degli atteggiamenti e delle capacità che compongono le competenze specifiche in quell’area, indicando quali discipline, quali metodi metodologie, quali propedeuticità e quali aree di tirocinio concorrono al progetto formativo e al conseguimento dei risultati  attesi.


L’esito dei lavori di gruppo

I GRUPPO - Quali conoscenze e competenze per il lavoro con persone/famiglie/gruppi
Conduttore: Teresa BERTOTTI (Segreteria Naz. AIDOSS, Università Milano Bicocca)
Rapporteur: Barbara ROSINA (Università di Torino)
Partecipanti:  Daniela Simone, Paolo Guidi, Vanna Riva, Mario Marini, Rita Cabiati, Francesca Merlini, Lucia Piras
Sedi universitarie rappresentate: Torino, Genova, Milano Bicocca, Sassari, Cattolica Brescia



    Il gruppo ha avviato la discussione con un brainstorming in merito alle competenze considerate necessarie nel lavoro ‘micro’ con persone, famiglie, gruppi. Dal brainstorming emergono elementi differenti, afferibili a capacità, atteggiamenti  ma anche ad aspetti personali. Le diverse capacità sono state successivamente accorpate in quattro aree:
1.    la prima relativa alla capacità di leggere le situazioni, dando un senso e attribuendo un significati nel quadro più ampio del contesto e delle problematiche sociali;
2.    la seconda è la capacità di valutare e progettare in modo condiviso, con la persona e con i soggetti della rete;
3.    la terza area riguarda la capacità di realizzazione dell’intervento professionale valutandone progressivamente gli esiti;
4.     Una quarta area riguarda le competenze metodologiche tra le quali comprendere anche la capacità di documentare e di comunicare.
    Il gruppo di lavoro ha poi elencato alcuni atteggiamenti trasversali, evidenziando quegli atteggiamenti che ‘qualificano’ un ‘assistente sociale competente’ nella relazione con le persone. Emergono elementi riferibili a qualità o ‘virtù’ personali ed elementi riferibili ad atteggiamenti veri e propri: essere coraggiosi, affidabili, avere curiosità intellettuale e relazionale, essere accoglienti, avere uno sguardo critico, avere cura, essere interessati alle persone, avere capacità di ascolto, la conoscenza di se stessi, essere in grado di percepirsi come risorsa professionale, avere la competenza relazionale (di questa il gruppo riconosce una duplice accezione in quanto atteggiamento e competenza).
    Il gruppo si è concentrato sulla prima area di competenze (la capacità di leggere, di dare un senso, collocare le situazioni di bisogno in un’ottica più ampia) mettendo in luce i seguenti aspetti.
-    Rispetto alle discipline, tale competenza presuppone una conoscenza dei meccanismi psicologici, delle politiche sociali, la competenza nella promozione delle capacità delle persone e la consapevolezza e conoscenza delle componenti metodologiche. Si evidenziano come sostanziali le discipline delle aree psicologica e sociologica, delle politiche sociali, della metodologia di servizio sociale, dell’organizzazione dei servizi sociali e quelle dell’area giuridica.
-    Dal punto di vista metodologico, si sottolinea la necessità che tutte le discipline ‘si pensino’ e vengano proposte agli studenti in una prospettiva integrata e finalizzata al raggiungimento della competenza. Questa esplicitazione e l’adozione di una metodologia didattica coerente permettono agli studenti di vedere una prospettiva globale e ‘integrativa’ ‘in azione’. E’ necessario che ogni docente proponga la propria disciplina con un senso per il servizio sociale, sostenendo il processo di sintesi.
-    È  il corpo docente nel suo complesso che si deve assumere la responsabilità di trasmettere l’integrazione dei diversi saperi, mostrandone specificità e sintonie. La formazione alle competenze è una responsabilità condivisa del corpo docente nel suo insieme e, in riferimento ad alcune esperienze europee, si ritiene utile che i docenti si costituiscano come una  ‘comunità docente’ ovvero come un team, che attraverso un lavoro d’équipe, concorre con le diverse competenze, alla realizzazione del progetto formativo. Alcune esperienze di attività congiunte multidisciplinari mostrano come si possa facilitare negli studenti l’acquisizione del senso delle interconnessioni.
Ancora rispetto alle metodologie, il gruppo sottolinea come l’integrazione dei saperi debba avvenire tanto sull’asse teorico quanto su quello pratico.
E’ necessario, infine, adottare una didattica  che permetta una rielaborazione in piccoli gruppi sia dell’esperienza di tirocinio, sia degli apprendimenti delle materie caratterizzanti.
In relazione al tema della connessione tra i saperi e sul piano dei contenuti, il gruppo ha effettuato una digressione sull’insegnamento dei modelli, evidenziando la necessità di esprimere con chiarezza agli studenti che essi sono una delle possibili cornici teoriche di riferimento. Occorre, inoltre, rendere gli studenti consapevoli del tipo di strumentazione con la quale escono dall’università, esemplificando come il servizio sociale abbia usato il metodo nella storia della teoria del servizio sociale. Il processo metodologico è una guida fondamentale in questa prospettiva: esso è strumento essenziale per gestire la complessità, evitando di farsi prendere dall’ansia così come dalle aspettative miracolistiche.
La discussione sui modelli utilizzati per leggere la realtà riporta al tema dell’integrazione tra le discipline: i modelli si nutrono di conoscenze disciplinari diverse, l’attività dell’as si sostanzia di un procedimento metodologico e di un metodo a cui non si può rinunciare. Metodo e modelli dovrebbero essere presentati agli studenti in modo accurato nel corso del primo anno e poi riproposti negli anni successivi, affinché si rafforzino le capacità di un apprendimento ricorsivo.
Per quanto riguarda la propedeuticità, il gruppo si è interrogato su quando collocare le diverse offerte formative e converge sul riconoscere che la professione richiede una formazione continua, ma che occorre una preventiva formazione e riflessione sulle motivazioni ad una professione di cura. Sono quindi propedeutici i lavori di riflessione su ciò che si prova e su cio’ che si porta. Nessi tra discipline formali e laboratori di servizio sociale potrebbero facilitare questo lavoro che dovrebbe iniziare dal primo anno della triennale.
Il gruppo  inoltre riconosce la positività di una sequenza ‘verticale’ che va dal macro al micro. Ovvero che parta da un’ottica attenta al contesto sociale (il primo anno) per considerare poi il  contesto organizzativo fino a giungere all’ottica attenta alle persone (il terzo); si tratterebbe di una sequenza che tiene conto del processo di maturazione dello studente, maggiormente in grado di cogliere e gestire la complessità della relazione di aiuto con la persona nel terzo anno di corso.

 

II GRUPPO - Quali conoscenze e competenze per il lavoro intra ed interorganizzativo e per la promozione sociale
Conduttore: CRISTINA TILLI (Segreteria Naz. AIDOSS, Università Roma Tre).
Rapporteur: CARLA MORETTI (Politecnico delle Marche).
Partecipanti: Andrea Bilotti, Vilma Buttolo, Patrizia Cola, Maria Teresa Consoli, Silvia Fargion, Maria Patrizia Favali, Luigi Gui.
Sedi universitarie rappresentate: Siena, Piemonte Orientale, Torino, Catania, Bolzano, Roma Sapienza, Trieste.
        

Il gruppo nasce dalla fusione di quelli che negli intenti iniziali avrebbero dovuto essere due: uno rivolto alla riflessione su conoscenze e competenze necessarie per il lavoro intra ed interorganizzativo, ed uno rivolto alla promozione sociale, sia attraverso la dimensione più strettamente politica sia in una logica di sviluppo di comunità. Si aprono dunque i lavori con l’obiettivo di tenere lo sguardo aperto ad entrambi gli aspetti, nei punti di contatto e nelle singole specificità.
    Il lavoro ha inizio con un brainstorming finalizzato a mettere sul tavolo le idee dei partecipanti sulle competenze necessarie al lavoro dell’assistente sociale, per gli ambiti su cui il gruppo si interroga; successivamente si riconduce quanto emerso ad otto aree di competenza, per ciascuna delle quali vengono quindi individuate le conoscenze da acquisire (non tanto nel dettaglio delle singole conoscenze, quanto indicando le discipline atte a fornirle), le capacità da sostenere/rafforzare, gli atteggiamenti da sviluppare.
    Nello specifico, le aree di competenza indicate come necessarie sono:
tre aree legate alla relazione con il contesto: la comprensione del più ampio contesto storico, politico e sociale in cui ci si muove; degli specifici contesti locali e organizzativi, territoriali, istituzionali e non, in cui si è chiamati ad operare; il recepimento dei segnali che dal contesto provengono, sia attraverso metodologie di ricerca strutturate, sia attraverso capacità di ascolto di persone e gruppi;
un’area che permetta di connettere i livelli micro e macro, dal singolo “caso” alla politica locale, sino alle politiche sociali in senso ampio;
due aree legate alla necessità da un lato di intra ed inter-loquire con altri (professionisti diversi, attori politici, realtà comunitarie diverse), conoscendo e sapendo utilizzare linguaggi differenti; dall’altro di influenzare attivamente e positivamente contesti ed attori con cui interloquiamo, attraverso un’autorevolezza professionale e capacità di costruire relazioni e sviluppare una leadership democratica;
un’area legata alla progettazione e co-progettazione, competenze che sempre più spesso vengono richieste alla nostra professione, in particolare all’interno o nella collaborazione con gli enti locali;
l’area della attivazione e della partecipazione, particolarmente in ambito comunitario.
    Guardando globalmente alle discipline individuate per fornire le conoscenze necessarie, potremmo sinteticamente dire … di tutto di più! Oltre alle specifiche discipline di servizio sociale troviamo infatti vari ambiti della sociologia, della psicologia, discipline antropologiche, giuridiche, politiche, economiche, metodologia di ricerca sociale e statistico-epidemiologiche.
    Anche nel campo delle capacità e degli atteggiamenti da sviluppare è emerso molto materiale, che non è possibile riportare per motivi di spazio; una curiosità può essere interessante da segnalare: tra gli atteggiamenti indicati per meglio rispondere alle competenze richieste, il più “gettonato” (segnalato nella metà delle aree di competenza descritte) è stato la curiosità.

AREA DI COMPETENZA

DISCIPLINA

CAPACITA’

ATTEGGIAMENTI DA SVILUPPARE

Comprensione dei contesti locali e organizzativi

  • Sociologia generale
  • Sociologia delle organizzazioni
  • Sociologia del territorio
  • Organizzazione dei servizi sociali
  • Legislazione sociale
  • Politica sociale
  • Politica economica
  • Psicologia del lavoro
  • analisi della documentazione e letteratura
  • capacità relazionali
  • elaborare profili di comunità
  • capacità di confronto
  • analisi critica
  • assunzione di diverse prospettive
  • consapevolezza dei propri pregiudizi
  • curiosità
  • capitalizzare le esperienze passate

Interlocuzione eterogenea, singolare, plurale

  • Psicologia sociale
  • Psicologia del lavoro
  • Pedagogia sociale
  • Metodologia del servizio sociale
  • Sociologia dei processi culturali
  • Antropologia
  • lavorare in gruppo
  • consapevolezza e utilizzo di linguaggi diversi
  • comprensione frames diversi
  • capacità negoziali e mediative
  • gestione dei conflitti
  • flessibilità
  • simpateticità
  • comunicazione strategica
  • tolleranza
  • rispetto
  • riconoscimento
  • consapevolezza dei propri pregiudizi

Comprensione del contesto storico, politico, sociale

  • Storia contemporanea
  • Politiche sociali comparate
  • Sociologia generale
  • Diritto pubblico
  • Principi e fondamenti del servizio sociale
  • utilizzo di diversi mezzi di informazione
  • elaborazione critica dell’informazione
  • collocamento delle informazioni nei contesti storici e geografici
  • apertura
  • pensiero critico
  • curiosità
  • pensiero complesso

Recepimento dei segnali che provengono dal contesto

  • Metodologia della ricerca sociale
  • Statistica sociale/sistemi informativi
  • Epidemiologia
  • Antropologia
  • ascolto delle persone/gruppi
  • ricerca sociodemografica
  • di raccolta, sistematizzazione e analisi dei dati
  • pensiero creativo
  • dislocamento cognitivo (cogliere l’altro punto di vista)
  • curiosità
  • apertura
  • consapevolezza della parzialità
  • decostruzione dei propri attaccamenti

 

Progettazione e co-progettazione

  • Pedagogia sociale
  • Sociologia
  • Pianificazione e progettazione sociale
  • Metodologia della ricerca sociale
  • Metodi e tecniche del servizio sociale
  • Economia delle imprese e economia aziendale
  • mediazione
  • negoziazione
  • pensiero creativo
  • c. di connessione
  • c. di ascolto
  • c. di lettura dei contesti
  • leadership democratica
  • c. di valutare
  • lavoro con i gruppi
  • creatività
  • apertura alla prefigurazione di scenari alternativi
  • concretezza
  • disponibilità alle contaminazioni
  • accoglienza dell’alterità
  • fiducia nell’altro
  • disponibilità al cambiamento

Capacità di influenza

  • Sociologia della comunicazione
  • Psicologia sociale
  • Principi e fondamenti del servizio sociale
  • Metodi e tecniche del servizio sociale
  • Sociologia dell’organizzazione
  • c. di leadership democratica
  • c. di costruire relazioni
  • comunicazione e comunicazione assertiva

 

  • assertività
  • autorevolezza
  • sicurezza/autostima
  • gestione dell’incertezza

Connettere i livelli (micro-macro)

  • Pianificazione e progettazione sociale
  • Metodi e tecniche del servizio sociale
  • Principi e fondamenti del servizio sociale
  • Metodologia della ricerca sociale
  • Sociologia generale
  • Tirocinio
  • coerenza logica
  • elaborazione emotiva e meta-pensiero
  • c. argomentativa
  • c. operazionalizzare
  • c. di cogliere i legami

 

  • rigore
  • non superficialità
  • senso critico

Attivazione e partecipazione

  • Metodi e tecniche del servizio sociale
  • Scienze della politica
  • Sociologia
  • Antropologia
  • c. relazionali
  • c. di costruire reti
  • c. di costruire alleanze
  • c. di costruire fiducia
  • c. di accogliere e gestire il rischio
  • c. di empowerment
  • c. di ascolto
  • sostegno allo sviluppo
  • ottimismo
  • prendersi cura
  • curiosità
  • resilienza
  • resistenza
  • condivisione

 


III GRUPPO -  Promozione della professione
Conduttore: Marilena DELLAVALLE (Segreteria Naz. AIDOSS, Università di Torino).
Rapporteur: Cristiana PREGNO (Università di Torino).
Partecipanti: Irene Arizio, Maria Cristina Bergamini, Anna Bortolotti, Vilma Buttolo, Annamaria Campanini, Ruggero Capra, Maria Teresa Consoli, Silvana, Mordeglia, Mariangela Pastura, Andrea Pavese, Federica Piacenza.
Sedi universitarie rappresentate: Genova, Torino, Trento, Messina, Milano.

    L’esordio del lavoro del Gruppo può essere rappresentato dalla domanda, “Essere o fare l’assistente sociale?”. La risposta che opta per l’essere attiene all’identità professionale che implica un riferimento ad altri due elementi: il Sé professionale e la consapevolezza in merito ai contenuti, al senso e alla complessità della presenza della professione nella società. Il nucleo centrale delle competenze per la promozione della professione è stato, quindi, identificato nell’identità professionale da costruire, sviluppare e consolidare lungo il continuum che va dalla formazione nella laurea triennale e quella della laurea magistrale, per proseguire nella formazione continua.
    All’interno di questa macro competenza, da sottoarticolare, si è individuata quella relativa all’essere professionisti competenti ed esperti nel cambiamento: la tensione del gruppo si è rivolta non tanto al significato del cambiamento da promuovere nelle situazioni in cui s’interviene, quanto a quello di una professione che “sa cambiare”. E, in Italia, la nostra è una professione che si è trovata di fronte a cambiamenti coerenti con il proprio sistema valoriale, ma che si trova anche di fronte ai sussulti odierni che congruenti sembrano esserlo molto meno. Nel primo caso il cambiamento non venne governato realmente, a seguito della necessità di segnare una cesura profonda con il passato, con conseguenze importanti sull’identità professionale, sullo sviluppo e la sedimentazione della cultura e della produzione scientifica.
Si è riflettuto, quindi, sulla competenza relativa alla gestione del cambiamento che richiede atteggiamenti proattivi, conoscenze relative alle dinamiche di costruzione dell’identità individuale e collettiva, alla storia delle politiche sociali e del servizio sociale e capacità di riconoscere i fenomeni sociali, i presupposti e gli effetti delle scelte di politica sociale sui cittadini e sulla professione. La competenza è costituita anche dal sapersi interrogare sul senso della propria presenza nel sistema dei servizi sociali e socio sanitario così come nelle singole realtà organizzative; in merito ad essa, è stato posto in evidenza l’atteggiamento di responsabilità intrinseco all’essere professione e, quindi, al dovere di rispondere al bene pubblico. Tutto ciò riconduce alla necessità di un sapere fondato su conoscenze filosofico – giuridiche, sociologiche e di servizio sociale, relativamente ai dritti umani e all’orientamento all’advocacy.
Per concludere, ci si è soffermati sulla competenza della professione e dei professionisti nell’innovarsi e nell’identificare i tratti della trasformazione sociale, per proporsi e autodefinirsi, evitando così di essere etero definiti per poi retroagire in termini difensivi  che sono in sé scarsamente adeguati a gestire costruttivamente il cambiamento.


Sabato, 27 ottobre 2012
Conoscenze e competenze: verso una consensus conference

    Dopo la restituzione sui prodotti dei lavori di gruppo, prende avvio la Tavola rotonda Conoscenze e competenze: verso una Consensus conference alla quale partecipano Nunzia Bartolomei per il CNOAS, Maria Stefani per la SOSTOSS, Graziella Povero per l’ASSNAS, Alessandra Giribaldi per il SUNAS.
    Nell’accogliere i colleghi, Annamaria Campanini rimarca la necessità di un progetto ancorché ideale sulla formazione universitaria e, in particolare, sull’impianto dei corsi di studio - tenendo conto del fatto che la considerazione delle aspettative del mercato è importante ma con uno sguardo non accondiscendente - e lancia la proposta di costituire un gruppo di lavoro finalizzato alla costruzione di questo progetto, così da procedere verso una Consensus Conference che veda convergere i soggetti rappresentativi della professione sulle linee programmatiche della formazione universitaria. Invita, infine, a presentarsi agli incontri istituzionali portando dati di una ricerca sullo stato dell’arte a livello europeo e internazionale, facendo emergere la presenza di Dipartimenti specifici di Servizio sociale, dottorati e centri di ricerca, così da dimostrare che le nostre istanze sono coerenti con quanto avviene in altre sedi ed è richiesto anche dalle linee guida sulla formazione (IASSW-IFSW).
    Dai diversi interventi emerge un generale interesse ad unire le forze e le competenze a favore dello sviluppo della professione.
In particolare Bartolomei, nell’evidenziare il clima di reciproche conferme che caratterizza questo momento della professione, sottolinea lo stretto legame da un lato tra identità della professione e competenze necessarie, dall’altro tra Ordine (nazionale e soprattutto regionali), Università e sistemi dei servizi; in questo senso sono già aperti presso il CNOAS tavoli di confronto con le diverse istanze della professione, e diversi i temi oggetto di dibattito.
Povero sottolinea l’importanza della formazione continua e della possibilità di apprendere la capacità di svolgere ricerca all’interno del proprio lavoro, recuperandovi scientificità, ed evidenzia come solo lavorando tutti insieme è possibile farci riconoscere come comunità professionale.
Giribaldi sottolinea che i tempi cominciano ad essere ormai maturi per quel “patto per la professione” che loro propongono di costruire: molte consonanze si stanno sviluppando. Segnala che è fondamentale trovare un metodo, attraverso gruppi di lavoro operativi che poi rimettano in circolo ciò che è stato prodotto.
Stefani, nell’evidenziare anche qui la singolare convergenza di tematiche, segnala che il prossimo incontro della SOSTOSS si occuperà del lavoro di comunità degli assistenti sociali; ritiene che, pur non occupandosi direttamente di temi riguardanti formazione e competenze, potrà dare un utile apporto sia con contributi di studio o con specifiche consulenze, sia nell’ambito delle specifiche docenze di Principi e Fondamenti.
    A seguito di ulteriore dibattito tra tutti i partecipanti, emerge l’ipotesi di provare a mettere insieme varie ricognizioni che si stanno attuando sul tema delle competenze, e costruire una proposta formativo/professionale da presentare al MIUR, passando attraverso la costruzione di una comunità di pensiero e scientifica che sviluppi temi e ambiti di ricerca di servizio sociale. Ciò – si evidenzia – non può essere costruito da soli, ma necessita di alleanze e convergenze sui contenuti, di apertura a linguaggi e dimensioni altre, tenendoci ben agganciati alla realtà internazionale.

 

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Carissime/i Socie/i,
vi inviamo in allegato la locandina contenente il programma della prossima Autumn School 2012 che si terrà a Genova nei giorni compresi tra il 25 e il 27 ottobre p.v.

LOCANDINA AUTUMN SCHOOL 2012


L’Autumn school di quest’anno ha il duplice scopo di dare avvio a una ampia e articolata riflessione sul tema della competenze necessarie agli Assistenti sociali di oggi e di domani e di coinvolgere nel dibattito, oltre ai soci aidoss, sia esponenti del mondo accademico e colleghi di diverse discipline che contribuiscono a  formare l'assistente sociale, sia soggetti rappresentativi della professione.

L’articolazione dell’evento, come per gli anni passati, prevede per il giovedì 25 pomeriggio un momento inaugurale, sotto forma di convegno aperto a tutti quanti sono interessati, per il venerdì 26 una giornata di lavoro riservata agli iscritti e, per il sabato 27 al mattino, la restituzione dei lavori e il confronto in una Tavola Rotonda che vedrà la partecipazione dei soggetti a vario titolo rappresentativi del Servizio sociale.

Come potrete visionare, per la giornata di venerdì 26 sono previsti dei gruppi di lavoro condotti da un componente della Segreteria.
In vista dei lavori vi inviatiamo fin da subito a presentare un contributo sui temi, segnalandolo ai conduttori dei gruppi attraverso gli indirizzi mail presenti in locandina.


Nella speranza che il programma sia di vostro interesse, vi ricordiamo che per permetterci di organizzare al meglio l'evento è necessario che tutti i partecipanti si iscrivano mediante il breve questionario reperibile sul nostro sito o attraverso il seguente

LINK PER ISCRIZIONE


Nell'attesa di ulteriori aggiornamenti, vi salutiamo cordialmente e vi auguriamo un buon inizio di settimana.

La Segreteria.

07.10.12

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Oggetto: SAVE THE DATE - AUTUMN SCHOOL 2012

 

Carissime Socie, Carissimi Soci,

come anticipato nell'ultimo Bollettino l'Autumn School 2012 si terrà a Genova nei giorni compresi tra giovedì' 25 e sabato 27 ottobre.

Stiamo perfezionando i programmi delle giornate ed entro pochi giorni vi invieremo la locandina contenete tutte le indicazioni; nel frattempo vi anticipiamo che:

- la nostra school sarà dedicata alle conoscenze e competenze nella formazione universitaria dell’Assistente sociale;

- giovedì 25 nel pomeriggio  si terrà il convegno di apertura “Conoscenze e competenze nella formazione universitaria dell’Assistente sociale”

- la giornata di venerdì 26 sarà dedicata ai soci e si svilupperà in lavori di gruppo;

- nella mattinata di sabato 27 si terrà il convegno conclusivo con un momento di confronto con le rappresentanze della professione.

 

Chi fosse interessato può iscriversi alla School già da subito utilizzando il seguente

LINK PER ISCRIZIONE

 

A presto per nuovi aggiornamenti e buon inizio settimana!